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mercoledì 2 luglio 2014

Per Una Volta Nella Vita - Rainbow Rowell

16:43 0


Buongiorno lettori, oggi vi parlo di Per Una Volta Nella Vita, libro che ho scoperto dopo aver letto Fangirl sempre della stessa autrice. Il colmo è che stavo per acquistare questo libro in inglese non consapevole del fatto che fosse stato pubblicato in Italia. Ciò è accaduto un po' perché Piemme ha avuto la geniale (?) idea di cambiare la copertina (che era davvero carina) e il titolo (di certo migliore di questa pappardella), e un po' perché pensavo fosse un altro new adult (che non è!). Ma alla fine, dopo una rivelazione inaspettata, ho scoperto l'inganno e sono corsa in libreria ad ordinarlo.



Trama:
Eleanor è appena arrivata in città. La chioma riccia rosso fuoco e l'abbigliamento improbabile, ha lo sguardo basso di chi, in pasto al mondo, fa fatica a sopravvivere. Park ha tratti orientali che ha preso dalla madre coreana e veste sempre di nero. La musica è il suo rifugio per tenersi fuori dai guai. La loro storia inizia una mattina, sul bus che li porta a scuola. Park è immerso nella lettura dei suoi fumetti e perso tra le note degli Smiths, Eleanor si siede accanto a lui. Nessun altro le ha fatto posto, perché è nuova e parecchio strana. Il loro amore nasce dai silenzi, dagli sguardi lanciati appena l'altro è distratto. E li coglie alla sprovvista, perché nessuno dei due è abituato a essere il centro della vita di qualcuno. Tra insicurezze e paure, Eleanor e Park si scambiano il regalo più grande: amare quello che l'altro odia di sé, perché è esattamente ciò che lo rende speciale. Sarà la loro forza, perché anche se Eleanor non sopporta quegli sfigati di Romeo e Giulietta, anche il loro legame deve fare i conti con un bel po' di ostacoli, primo fra tutti la famiglia di lei, dove il patrigno tiranneggia incontrastato. Riusciranno, per una volta nella vita, ad avere ciò che desiderano?


Valutazione

Recensione:

"Mi ha ricordato cosa vuol dire essere giovani e innamorati. E cosa significa innamorarsi di un libro." E se John Green dà un giudizio del genere su un libro, posso io non leggerlo? Ovviamente no.
Questo romanzo ha confermato l'innata capacità della Rowell nel delineare i personaggi delle sue storie, rendendoli quasi vivi. Eleanor non è una ragazza normale; lei viene da una famiglia difficile e i suoi capelli rosso fuoco, la sua corporatura robusta e il suo bizzarro modo di vestirsi la rendono subito un facile bersaglio nella nuova scuola. Sul pulmino della scuola incontra Park, un ragazzo della sua età mezzo coreano che si veste sempre di nero. Tra i due non è decisamente amore a prima vista.

L'argomento di oggi era Romeo e Giulietta, ma nessuno aveva voglia di parlare.
"A quanto pare la loro morte non le fa né caldo né freddo, signorina Douglas."
"Come, scusi?" domandò lei, guardandolo con occhi stretti.
"Non lo trova triste?" chiese il professor Stessman. "Due giovani amanti morti. Mai storia fu più dolorosa. Non le trasmette niente?"
"Veramente no." rispose lei.
"E' così fredda? Così insensibile?" Il professore era in piedi accanto a lei e fingeva un tono supplichevole.
"No..." replicò lei. "Non la considero una tragedia, tutto qua."
"E' la tragedia per eccellenza" commentò il professor Stessman.
Lei alzò gli occhi al cielo. Aveva al collo un paio di vecchie collane di perle finte, come quelle che metteva la nonna di Park per andare in chiesa, e parlando le attorcigliava.
"In realtà si sta prendendo gioco di loro, è chiaro" proseguì lei.
"A chi si riferisce?"
"A Shakespeare."
"Continui..."
Alzò di nuovo gli occhi al cielo.Ormai aveva capito il gioco del professore.
"Giulietta e Romeo sono solo due ragazzi ricchi che hanno sempre ottenuto tutto quello che volevano. E adesso sono convinti di desiderarsi l'un l'altra."
"Sono innamorati..." disse il professore, portandosi le mani al petto.
"Ma se non si conoscono neanche!" obiettò lei.
"Tra loro è stato amore a prima vista."
"E' stato 'Oddio, quanto è carino' a prima vista. Se Shakespeare avesse voluto farci credere che si amavano, in una delle prime scene non ci avrebbe detto che Romeo aveva una cotta per Rosalina... E' Shakespeare che si prende gioco dell'amore." spiegò lei. (Park) 

Con l'avanzare della storia, però, i due si avvicinano sempre di più fino a trasformare l'indifferenza in un amore talmente forte da salvare una vita.

Amo Eleanor con le sue insicurezze, i suoi capelli rossi e i suoi sbalzi d'umore, così come amo Park e il modo che ha di amare Eleanor (c'è un sacco di amòòòre nell'aria). Entrambi non sono i tipici protagonisti di romanzi YA troppo belli per essere veri e troppo inconsapevoli di esserlo. Eleanor e Park sono adolescenti normali con i loro problemi, le loro insicurezze, le loro passioni e i loro sogni, ma non sono di certo re e reginetta della scuola ed è questo a renderli ancora più belli.
Trovo che molte adolescenti dovrebbero leggere questo libro perché fa capire che tutti quei modelli preconfezionati che ci mettono in testa non sono la vera bellezza. Come si dice, la bellezza sta negli occhi di chi guarda, e per Park Eleanor è meravigliosa.
Eleanor aveva ragione. Non era mai carina. Era un'opera d'arte, e l'arte non deve essere carina, deve trasmettere qualcosa. (Park)
E viceversa...
La faccia di Park era arte pura, invece. Non di quella eccentrica e scadente. Il suo era uno di quei visi da dipingere perché i posteri non li dimentichino. (Eleanor)
L'alternarsi in brevi capitoli dei due punti di vista ci permette di entrare nella mente dei protagonisti ed entrare in sintonia con loro, affezionandosi irrimediabilmente. 
Purtroppo il finale non è dei migliori per i due protagonisti, ma è comunque perfetto. Ho letto in giro per internet che molti ci sono rimasti male per il finale e che hanno sofferto un sacco. Personalmente non ho provato le stesse emozioni. E' vero che è un finale dolce-amaro, ma io ci ho visto un mare di speranza e di possibilità in quelle ultimissime righe (non mi riferisco alla prossima citazione).
Mi hai salvato la vita’ tentò di dirgli. ‘Non per sempre, non del tutto. Forse solo temporaneamente. Però mi hai salvato la vita, e adesso sono tua. La me stessa di adesso è tua. Tua per sempre.(Eleanor)
Se proprio devo fare una mini critica (minuscola) non ho apprezzato molto il fatto che la storia sia ambientata nel 1986... non capivo un tubo dei riferimenti musicali e cinematografici! Okay, Smiths, Led Zeppelin, Beatles e Guns n' Roses potevo ancora arrivarci, ma la mia cultura musicale degli anni '80 finisce lì... insomma, io sono nata quasi un decennio dopo!
Tenere la mano di Eleanor era come tenere una farfalla. O un cuore pulsante. Come tenere qualcosa di compiuto e di compiutamente vivo.
Appena la toccò si chiese come fosse riuscito a resistere tanto senza farlo. (Park)
Pur divisa in milioni di pezzi, Eleanor sentiva ancora che Park le teneva la mano. Che le esplorava il palmo con il pollice. Restò immobile perché non aveva altra scelta. Cercò di ricordare quali animali paralizzassero la preda prima di mangiarsela...(Eleanor) 
In conclusione consiglio questo libro a tutti coloro che amano gli YA e cercano qualcosa di diverso ed emozionante, ma soprattutto lo consiglio a tutte quelle ragazze che non si sentono abbastanza sicure del proprio aspetto. 
Per Una Volta Nella Vita è una storia toccante e dolce che sa far trasformare i vostri occhi in due grandi cuoricini.



mercoledì 28 maggio 2014

Will Ti Presento Will - John Green e David Levithan

18:58 0
Ed ecco un'altra recensione! Oggi ci do dentro altrimenti vi faccio aspettare troppo.
Will Ti Presento Will fa parte del genere YA (ultimamente leggo solo YA, sarà perché sono in un momento di confusione e crisi emotiva quindi devo peggiorare la mia situazione ponendomi un sacco di domande) ed è stato scritto a quattro mani da John-il-mio-amore-Green e David Levithan, il quale non è mia intenzione sminuire non appioppandogli qualche soprannome sdolcinato da fan impazzita, è che semplicemente non ho mai letto nulla di suo.


Trama:
Una sera, nel più improbabile angolo di Chicago, due ragazzi di nome Will Grayson si incontrano. Dal momento in cui i loro mondi collidono, le vite dei due Will, già piuttosto complicate, prendono direzioni inaspettate, portandoli a scoprire cose completamente nuove sull'amicizia, l'amore e su loro stessi. 


 
Valutazione

Recensione:
 Stare con qualcuno è una cosa che scegli. Essere amici è una cosa che sei e basta.
Immagino abbiate notato che la mia valutazione è bassina per essere un libro scritto da Green... il punto è che, non so, non mi ha presa troppo. Mi aspettavo decisamente di più da questi due autori, invece è come se scrivendo insieme si siano smorzati l'un l'altro. Non c'erano molte riflessioni filosofiche di Green, quelle che tanto amo, quindi ci sono rimasta un po' male.
Se ve lo steste chiedendo (e so che è così), sì ci sono personaggi omosessuali, e no, non c'è alcuna storia d'amore tra i due Will. A questo punto voglio essere chiara: non ho problemi di omofobia e non è stato questo argomento a farmi piacere di meno il libro, in nessun modo.
Il libro si divide in capitoli alterni dai punti di vista dei due Will. Will 1 (chiamiamolo così per comodità) mi è piaciuto molto come personaggio. La sua filosofia di vita per evitare problemi è molto saggia (1. Fregatene; 2. Stai zitto) e poi è decisamente credibile; il tipico adolescente introverso ed equilibrato che si prende una cotta per una ragazza ma è troppo impacciato per dirle i propri sentimenti chiaramente. 
Non sono intelligente. Non sono figo. Non sono simpatico. Non divertente. Io sono così: un grande non.
Will 2, invece, non lo sopportavo. Penso che sia uno dei personaggi più fastidiosi, cinici e depressi di sempre. Ogni volta che arrivavo al suo capitolo mi veniva il mal di pancia all'idea di legger la storia dalla sua prospettiva morbosa e tormentata. L'assoluto menefreghismo nei confronti della vita di questo personaggio viene addirittura espressa nella scrittura: Will 2 infatti scrive senza mettere NEANCHE UNA LETTERA MAIUSCOLA. E' stato un tormento vedere tutte quelle minuscole!
sono costantemente indeciso tra ammazzarmi e ammazzare tutti quelli che mi stanno attorno.
Tornando ai personaggi, assolutamente degno di nota è Tiny Cooper, il migliore amico sovrappeso e omosessuale di Will 1. Per chi ha letto un qualsiasi Shadowhunter, prendete Magnus Bane, fatelo ingrassare (tanto) e il gioco è fatto: avrete un favoloso Tiny Cooper in tutto il suo scintillante splendore! Scherzi a parte, Tiny è davvero un bel personaggio, tanto che alla fine il romanzo, pur essendo raccontato dai due Will Grayson, gira tutto intorno a lui.
 Si possono dire molte brutte cose di Tiny Cooper. Io lo so bene, perché le ho dette. Ma per essere un tizio che non ha la minima idea di come gestire le proprie relazioni, Tiny Cooper è piuttosto brillante quando si tratta del cuore spezzato degli altri. Tiny è come una specie di spugna gigantesca che risucchia pene d'amore perduto ovunque vada. Ed è quello che succede con Will Grayson. L'altro Will Grayson, voglio dire.
la maggior parte della gente grassa suda anche solo a portarsi un cioccolatino alla bocca, ma tiny è troppo favoloso per sudare.
Altra cosa che non mi è piaciuta è l'uso esagerato del "linguaggio giovanile", se così si può definire. Io personalmente non parlo in quel modo osceno e nemmeno i miei amici, se così fosse sarebbe il caso di lavarsi la bocca con il sapone.
Ma tralasciando questi particolari, il romanzo è comunque ben scritto e scorrevole. Nonostante i punti di vista si alternino, non ci sono discrepanze che ti fanno perdere il filo della storia, tutto è amalgamato alla perfezione. La storia è molto divertente e le tematiche affrontate sono importanti ma non vengono mai affrontate con pesantezza o riflessioni moraliste.
quando le cose si rompono non è la rottura in sé che impedisce loro di tornare com'erano prima, è perché si perde un pezzettino e le due parti che restano non si potrebbero incastrare nemmeno se lo volessero. è la forma nel suo insieme ad essere cambiata.
Non penso che Will Ti Presento Will sia un brutto libro, anzi nel complesso mi è piaciuto, è solo che mi aspettavo molto di più e alcune cose non mi sono piaciute quindi non me la sono sentita di dargli più di tre punti e mezzo. Tuttavia non fatevi influenzare troppo dalla mia opinione, in molti altri blog è valutato molto bene, quindi vi consiglio di leggerlo e farvi un'opinione vostra.



Nanw.

Resta Anche Domani - Gayle Forman

16:49 1
 Ciao a tutti! Oggi, visto che ho un momento di pausa (se così si può chiamare) dalla scuola, ho deciso di fare la brava blogger e pubblicare una delle tante recensioni che ho lasciato indietro. Ho deciso d'incominciare con Resta Anche Domani perché è il libro che più mi è piaciuto tra i tre che devo recensire, ma presto arriveranno anche le altre due recensioni, promesso.
Resta Anche Domani è un romanzo YA scritto da Gayle Forman ed è il primo di due; infatti esiste anche un seguito intitolato Where She Went, il quale non si capisce perché, non è ancora stato pubblicato in Italia. 

Trama:
Non ti aspetteresti di sentire anche dopo. Eppure la musica continua a uscire dall'autoradio, attraverso le lamiere fumanti. E Mia continua a sentirla, mentre vede se stessa sul ciglio della strada e i genitori poco più in là, uccisi dall'impatto con il camion. Mia è in coma, ma la sua mente vede, soffre, ragiona e, soprattutto, ricorda. La passione per il violoncello e il sogno di diventare una grande musicista, l'ironia implacabile di Kim e la scazzottata che ha inaugurato la loro amicizia, l'amore di un ragazzo che sta per diventare una rockstar e la prima volta che, tra le sue mani, si è sentita vibrare come un delicato strumento. Ma ricorda anche quello che non troverà al suo risveglio: la tenerezza arruffata di suo padre, la grinta di sua madre, la vivacità del piccolo Teddy, l'emozione di vivere ogni giorno in una famiglia di ex batteristi punk e indomabili femministe. A tanta vita non si può rinunciare. Ma cosa rimane di lei, adesso, per cui valga la pena restare anche domani?


Valutazione


Recensione:

Il Fragore è stato tremendo. Una sinfonia di cigolii, un coro di schianti, un'aria di esplosioni e, per finire, il sordo frusciare del metallo tra il fogliame. Poi il silenzio, tranne un suono: le note della sonata numero 3 per violoncello di Beethoven.
Resta Anche Domani è un romanzo che fin dalle primissime pagine ti fa provare una serie di emozioni strazianti. Che non fosse un romanzo allegro si era capito, ma non mi aspettavo proprio di avere già gli occhi lucidi a pagina 15.
Tutto comincia in quella fatidica giornata invernale, in cui la famiglia di Mia decide di andare a trovare degli amici. Durante il tragitto, però, accade la tragedia: l'auto su cui viaggiano si schianta contro un furgoncino. Mia si "risveglia" in un fosso poco distante dal luogo dell'incidente, e presto comprende quel che è successo: capisce che i suoi genitori sono morti e che lei non è esattamente sveglia, visto che il suo corpo di trova dilaniato a qualche metro da lei. Mia infatti è in una specie di limbo tra la vita e la morte, e deve decidere cosa fare: andarsene e non soffrire più o restare.
Ripenso a quello che ha detto l'infermiera. E' lei a condurre il gioco. E a un tratto capisco il dubbio di mio nonno. Anche lui aveva ascoltato l'infermiera. Ci era arrivato prima di me.
Restare. Vivere. Dipende da me.
La faccenda del coma è soltanto un paravento. Non dipende dai medici. E neanche dagli angeli.
Non dipende nemmeno da Dio, che, se esiste, non si è ancora fatto vedere da queste parti. Dipende solo da me.
Il romanzo salta tra il presente, in cui Mia si ritrova in un ospedale a guardare chi è rimasto, e i suoi ricordi passati, che ci svelano molto dei protagonisti di questa storia. 
I personaggi infatti sono uno dei punti forti di questo libro: Mia è una normalissima studentessa con una buona media e la passione per il violoncello; Adam, il ragazzo di Mia, è il cantante di una rock band che sta per spiccare il volo nel mondo della musica; Kim, la migliore amica di Mia, è così simile a Mia che quasi vivono in simbiosi. I miei personaggi preferiti però sono i genitori di Mia. Okay, forse sono poco credibili come genitori, ma io li trovo assolutamente fantastici. La madre di Mia è una femminista convinta, sempre forte e combattiva, tanto che viene soprannominata Mamma Orsa. Il padre di Mia è un ex batterista punk che si è convertito al vintage pur continuando ad amare il punk. Insieme sono una coppia bellissima, e, se all'inizio ti dispiaceva sapere della loro morte, alla fine dopo aver conosciuto la loro storia sei devastato.
- Ma hai mollato il gruppo. Hai smesso di vestirti da punk.
Papà sospirò. - Non è stato difficile. Ormai quel capitolo della mia vita era chiuso. Era ora di voltare pagina. Non ho avuto la minima esitazione, malgrado quello che il nonno o Henry possono pensare.In alcuni casi sei tu a fare delle scelte nella vita e in altri è la vita che sceglie per te. 
Ma la vera protagonista di questo libro è la musica. La musica è ciò che lega come un filo invisibile le vite dei personaggi, sottolineandone somiglianze e differenze. Ognuno ha i propri gusti musicali, ognuno ama un genere in particolare, ma alla fine si capisce che ognuno di essi è uno strumento in grado di portare qualcosa in più all'intera orchestra. E' la musica infatti a tenere Mia ancorata al mondo dei vivi, l'unica che potrebbe salvarla da una decisione irreversibile.
 Il sorrisetto di mio padre a quel rumore insopportabile mi provoca una fitta familiare. So che è stupido, ma ho sempre temuto di averlo deluso perché non sono diventata una musicista rock. Ne avevo tutta l'intenzione. Ma poi, in terza elementare, durante l'ora di musica, mi sono avvicinata al violoncello. Aveva una aspetto quasi umano. Dava l'impressione che a suonarlo ti avrebbe rivelato i suoi segreti. Così cominciai a studiare violoncello. Sono passati quasi dieci anni e non ho mai smesso.
L'unica critica che mi sento di muovere nei confronti di questo romanzo, riguarda la scrittura troppo semplice. Avrei preferito qualcosa di più, qualche riflessione più profonda e articolata, ma nel complesso il libro non è scritto male.
Che cosa mi aspetta, se resto? Come sarebbe risvegliarsi e ritrovarsi orfana? Non sentire mai più il profumo della pipa di mio padre? Non poter più chiacchierare con mia madre mentre la aiuto a lavare i piatti? Non poter più leggere a Teddy un capitolo di Harry Potter? Come sarebbe vivere senza di loro?
Non sono sicura che ci sia ancora posto per me in questo mondo. Non sono sicura di volermi svegliare.
In conclusione vi consiglio questo libro, adatto a tutte le età. Non è una lettura leggera benché sia lungo a malapena 180 pagine, però ne vale la pena di leggerlo. Anche perché a settembre esce il film tratto da questo romanzo e non si può guardarlo prima di aver letto il libro, mi raccomando!
Rimarrete incollati alle pagine fino all'ultima scioccante riga, fidatevi. ;)
Mi rendo conto adesso che morire è facile.E' vivere che è difficile.



 P.S. Qui c'è il trailer in inglese del film:


 
Nanw.

mercoledì 14 maggio 2014

Fangirl - Rainbow Rowell

18:04 4
Ciao a tutti! ecco la recensione di Fangirl di Rainbow Rowell, scrittrice già conosciuta per Per Una Volta Nella Vita (mi prossima lettura!). Fangirl appartiene al genere YA ed è molto conosciuto ed apprezzato negli Stati Uniti (su Goodreads ha ben un punteggio di 4.2/5), purtroppo però, questo libro è ancora inedito in Italia. Incrociamo le dita e speriamo che lo pubblichino anche qui da noi, perché è davvero un libro bellissimo. Ma ora, è tempo di recensione!

Trama: 
Cath è una fan di Simon Snow. Okay, il mondo intero è fan di Simon Snow, ma per Cath, essere una fan è la sua vita - ed è davvero molto brava in questo. Lei e sua sorella gemella, Wren, si sono rifugiate nella serie di Simon Snow quando erano solamente delle ragazzine; è quello che le ha fatte andare avanti dopo la partenza della loro madre. Leggere. Rileggere. Visitare forum su Simon Snow, scrivere fan fiction su Simon Snow, vestirsi come i personaggi in ogni premiere dei film. La sorella di Cath si è in buona parte staccata dal fandom, ma Cath non può. Non vuole. Ora che stanno andanto al college, Wren ha detto a Cath che non vuole essere sua compagnia di stanza. Cath è da sola, completamente fuori dalla sua zona di conforto. Le è stata assegnata una compagna di stanza burbera con un fidanzato affascinante sempre intorno, una professoressa scrittrice di narrativa che pensa che le fan fiction siano la fine del mondo civilizzato, un compagno di classe carino che vuole solo parlare di parole... E lei non può fare a meno di preoccuparsi per suo padre, che è amabile e fragile e che non è rimasto mai davvero da solo. Per Cath, la domanda è: Riuscirà in ciò? Riuscirà a farlo senza Wren che le tiene la mano? E' pronta ad iniziare a vivere la sua vera vita? E vuole davvero andare avanti anche se questo significa lasciarsi alle spalle Simon Snow?


Valutazione


Recensione:


Cinque motivi per amare questo libro:
1) è realistico
2) parla di fanfiction
3) Cath
4) Levi
5) L'intero mondo di Simon è un chiaro riferimento ad Harry Potter

Non so davvero come esprimere tutto il mio amore per questo libro. Mi ci sono affezionata talmente tanto che probabilmente questa recensione farà schifo, perché sarà troppo emotiva e poco obiettiva, ma fa lo stesso!
Aveva deciso, che per essere un vero nerd, devi preferire i mondi immaginari a quello reale.
Cath è una vera e propria nerd: lei è appassionata (se non ossessionata) dalla saga di Simon Snow (di cui vi parlo dopo) e, non solo ha letto tutti i libri e ha una sfilza di gadget, ma scrive pure una fanfiction intitolata Carry On, Simon che ha talmente tanti fan da far morire d'invidia noi povere blogger. In un certo senso, la fanfiction di Cath è riuscita addirittura a superare l'originale.  Ma ora che Cath è al college, tutto sarà diverso.
Ve lo dico subito, il motivo principale per cui ho adorato questo libro è Cath: è stato come guardarsi allo specchio, come leggere un libro su me stessa (sì lo so, sono strana). Riuscivo a comprenderla a tal punto che stavo male con lei e gioivo con lei, mi sono addirittura commossa quando ho letto certi suoi discorsi esattamente identici a quelli che faccio io di solito. In tutta sincerità, non penso che questo sia un libro adatto a tutti e penso che chiunque sia alieno al mondo dei fandom non possa capirlo davvero. Anzi, probabilmente si annoierebbe e riterrebbe la protagonista una pazza svitata con problemi a socializzare, che in fondo è la verità, ma ognuno ha i suoi problemi.
Cavoli, scrivere una recensione su questo libro è un po' come recensire me stessa... capite quanto è dura?!


“Ci sono altre persone su Internet. È fantastico. Hai tutti i benefici di conoscere "altre persone" senza la puzza del sudore e il contatto visivo."

 Tutti i personaggi, dal primo all'ultimo, sono così realistici che non puoi non apprezzarli. Ognuno di esse è descritto e delineato nei minimi dettagli, ognuno di essi ha pregi, ma anche un sacco di difetti. Hanno le stesse emozioni, le stesse insicurezze e le stesse paure delle persone comuni. Per quanto possa sembrare strano, questo romanzo che racconta una storia inventata su una ragazza che scrive storie inventate, mi ha avvicinata alla realtà più di quanto si possa immaginare. 
"Lo vuoi baciare?" "Non voglio baciare uno sconosciuto," avrebbe risposto Cath. "Non m'interessano le labbra fuori dal contesto." Era vero solo in parte. Da quando abel aveva rotto con lei... Da quando Nick aveva iniziato a sedersi vicino a lei... Cath aveva iniziato a notare cose. Ragazzi. Ovunque. Davvero, ovunque.
E' vero, in fondo la trama non è qualcosa di avvincente e inimmaginabile, ma il bello di questo libro sta nel fatto che non ti annoi della quotidianità proprio grazie a questi personaggi incredibili.
E poi, una cosa che mi ha fatto urlare "sìììììììì!" quando ho finito il libro: tutti i personaggi sono stramaledettamente coerenti con sé stessi dall'inizio alla fine! Non è che Cath ad un certo punto rinsavisce e diventa un'adolescente normale, o Wren (la sorella gemella di Cath) si chiude in camera sua e diventa una santa. Non c'è un modello definito a fine libro che ti dice "devi diventare così se vuoi essere una persona equilibrata". No, alla fine ogni personaggio si tiene i suoi pregi e i suoi difetti e pian piano impara a conviverci, ma noi non leggeremo mai una maturazione completa, perché nella vita si cambia e lo si fa in modo lento e graduale, non di getto e all'improvviso.
"No," disse Cath, "seriamente. Guardati. Sei forte, non hai paura di nulla. Io ho paura di tutto. E sono pazza. Forse tu pensi che io sia un pochino pazza, ma io lascia vedere alle persone soltanto la punta del mio iceberg di pazzia. Sotto questa maschera di lieve pazzia e moderati problemi sociali, sono un completo disastro."
Levi... ah, Levi! Uno di quei ragazzi così dolci che se esistono noi siamo talmente sceme da chiuderci a riccio e rifiutarli. Lui fa di tutto per Cath, le sta dietro per mesi prendendosi cura di lei, per lei c'è sempre e rispetta le sue paure e le sue ossessioni. Le parti che mi sono piaciute di più sono quelle in cui lui le chiede di leggere a voce alta, perché è l'unico modo che ha per farla sentire in pace con se stessa.
"Mi piaci qui," disse lui, stringendola. "Con me." Lei sorrise, e i suoi occhi iniziarono ad andare alla deriva verso il basso. "Cather..." Tornò ai suoi occhi. "Lo sai che mi sto innamorando di te, vero?" 
Levi non è uno di quei figoni di Abercrombie: è altissimo e magro, pure un po' stempiato, ma potrebbe essere anche un orco e tu te ne innamoreresti lo stesso. Il fascino di questo personaggio sta nei suoi modi di fare, nel suo carattere solare e nei suoi sorrisi a trentadue denti che non possono non contagiarti.
Il sorriso di Levi si schiuse e divorò la sua intera faccia. Iniziò a divorare anche quella di lei.
E' vero, Levi è il contrario di Cath, ma è il solo che può iniziare a farle apprezzare anche il mondo reale, l'unico che la può coinvolgere e fare uscire dal suo guscio, mai del tutto, ma quel che basta per mostrarle che la vita reale non è poi così brutta.
Non aveva parole per descrivere Levi. Lui era un disegno in una caverna. Lui era Il Palloncino Rosso. "Sei magico" disse.
Inoltre la loro storia non è qualcosa che nasce all'improvviso e poi è amore e fuochi d'artificio. Ci sono dei tempi, delle domande da porsi, delle risposte da darsi, un'evoluzione idei loro sentimenti; una vera storia d'amore, insomma.
"Che cosa abbiamo in comune?" "Ci piacciamo," disse. "Che altro c'è? Insomma, in confronto al resto del mondo, abbiamo tutto in comune. Se gli alieni arrivassero sulla Terra, probabilmente non riuscirebbero nemmeno a distinguerci."
Passiamo a Regan. Regan è una creatura strana e così forte da farti sentire con una formica di fronte ad un gigante. Inoltre Regan è davvero bella, e, udite udite, non è una taglia 38!!! Pur essendo un personaggio secondario, riesce a ritagliarsi degli spazi di tutto rispetto. Di sicuro non la si dimentica facilmente. 
"Mi fai pena, e sarò tua amica."
"Non voglio essere tua amica," disse Cath con più freddezza possibile. "Mi piace non essere tua amica."

"Anche a me," disse Reagan. "Mi dispiace tu abbia rovinato questo idillio facendo pena."
Grazie alla struttura del libro - narrazione delle vicende di Cath, alternate a degli estratti dei libri di Simon Snow o della fanfiction di Cath - si può entrare nel mondo di questo personaggio immaginario, che è addirittura più famoso di Harry Potter! Ovviamente non esiste niente del genere nel mondo "reale" (non ci potrà mai essere mago più famoso di Harry Potter, ammettiamolo!), è semplicemente una saga che l'autrice si è inventata per dare spazio a questo fandom immaginario. Ma le similitudini tra il mondo di Simon e quello di Harry sono palesi e ogni volta che leggevo di Simon e Baz non potevo non pensare ad Harry e Draco [per inciso, nella fanfiction di Cath, Simon e Baz si amano, per la gioia di tutte quelle ragazze (o ragazzi) che scrivono fanfiction su Drarry]. 
Erano solo storie, ma le storie non sono niente. Simon non era solo.
In una delle scena finali, c'è Cath che attende trepidante l'uscita dell'ultimo libro di Simon Snow... è stato come rivivere il giorno in cui è uscito I Doni Della Morte. Oddio, mi manca da morire Harry Potter, se potessi cancellarmi la memoria e rilegge tutta la serie come se fosse la prima volta, lo farei. T.T
Cath si allontanò dalla cassa, tentando di uscire mentre stringeva il libro con entrambe le mani. Sulla copertina c'era un'illustrazione di Simon, mentre teneva in alto la Spada dei Maghi sotto un cielo stellato. "Stai bene?" sentì qualcuno - Levi? - chiederle. "Hei... stai piangendo?" Cath fece scorrere le sue dita sulla copertina, sopra la scritta dorata in rilievo. Poi qualcun altro corse da lei, buttandole un libro tra le braccia. Buttando due libri tra le sue braccia. Cath alzò lo sguardo proprio mentre Wren le stava cingendo con un braccio. "Stanno piangendo entrambe," Cath sentì dire a Regan. "Non posso nemmeno guardare." Catch liberò un braccio per abbracciare sua sorella. "Non posso crederci che sia realmente finita," sussurrò. Wren la strinse forte e scosse la testa. Stava davvero piangendo anche lei. "Non essere melodrammatica, Cath," Wren disse con voce roca. "Non finirà mai... è Simon."
Di citazioni ce ne sarebbero davvero troppe! Mi sono ritrovata come dopo aver letto Colpa Delle Stelle: con 3/4 del libro sottolineato. Quindi sappiate che quelle che leggete sono solo alcune delle bellissime citazioni che questo libro contiene, ma che ce ne sarebbero molte altre, e l'unico modo che avete di leggerle è leggere il libro! :P
"Perché scriviamo narrativa?" Perché scrivo? Per essere da qualche parte. Per essere liberi da noi stessi. Per smettere. Per smettere del tutto di essere qualcosa o da qualche parte. Per scomparire.
Insomma, Fangirl è un libro speciale che rimane nel cuore di chi lo legge, un po' per i suoi personaggi strepitosi, un po' per lo splendido stile con cui scrive Rainbow Rowell (ha pure un nome favoloso!). Lo consiglio a tutti, ma soprattutto a tutte quelle ragazze che hanno scelto di vivere nei libri piuttosto che nella vita reale, perché questo libro parla di voi.




Nanw.

martedì 6 maggio 2014

Città Di Carta - John Green

16:38 5
Ciao a tutti, oggi recensisco Città Di Carta, secondo romanzo scritto da John Green (l'unico e inimitabile). 
Leggere tutti i libri di John Green è diventata la mia missione da quando finii Colpa Delle Stelle, e Città Di Carta è ufficialmente il quarto romanzo che leggo [adesso ho iniziato Will Grayson, Will Grayson, l'ultimo che mi rimane da leggere :'( ]. Su Facebook molti me ne avevano parlato bene, così, non appena l'ho visto disponibile internet, l'ho comprato subito. Alla fine di questa lettura posso dire che mi avete consigliata bene! ;)

P.S. Non so se lo sapete, ma anche questo libro di John Green diventerà un film!

Trama:
Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembrava essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati, potrebbe essere l'ultima.


Valutazione

Recensione:

La città era di carta, i ricordi no.

Ormai lo saprete già quanto io ami questo autore, quindi non mi soffermerò ad elogiarlo come ho fatto negli altri tre suoi romanzi che ho recensito (Colpa Delle Stelle, Cercando Alaska, Teorema Catherine, nel caso vogliate leggere i miei complimenti iperbolici).
Trovo sempre abbastanza difficile parlare dei libri di John Green; forse perché spesso mi sento vicina ai personaggi, forse perché uno dopo l'altro mi hanno incantata e trascinata nel pieno della storia. Il punto è che questi sono quei libri in cui ci metti un pezzettino di te stesso e quindi poi diventa difficile parlarne ad altre persone.
Non ho intenzione di fare una classica recensione questa volta; piuttosto trovo più sensato fare un paragone o un'analisi un po' più profonda.
Tu ascolti gli altri per cercare di capirli e ascolti tutte le cose orribili e meraavigliose che fanno a se stessi e alle persone che li circondano, e alla fine ti sarai esposto molto più tu di quelli che hai cercato di ascoltare.
Iniziamo parlando dei personaggi: Quentin è un alter ego di Miles e Margo di Alaska e fin qui non ci piove. Questo è uno dei motivi per cui non ho dato punteggio pieno a questo libro; inizialmente erano troppo simili nonostante, con il proseguire della narrazione, sia Quentin che Margo (più quest'ultima, ad essere sinceri) si sono un po' distaccati dai personaggi del primo
romanzo di Green.
A parte in Colpa Delle Stelle, negli altri romanzi il protagonista e l'amore della sua vita (?) si assomigliano sempre caratterialmente, quindi, dopo aver letto quattro romanzi di questo autore, mi viene da pensare: "E se ci fosse qualcosa di autobiografico?" La risposta dev'essere per forza sì, pure Freud lo capirebbe (e io sono dell'opinione che Freud non capisca quasi nulla).
Ma senza psicanalizzare ulteriormente questo povero scrittore, andiamo avanti. Quentin è il solito ragazzo sfigato che pensa di non saper far nulla e il cui unico scopo nella vita è essere equilibrato e progettare il proprio futuro come ogni bravo ragazzo. Margo è l'esatto opposto. Lei vive di momenti, è sempre in fuga ed è una stronza egocentrica (bisognava dirlo). 
Margo ha sempre amato i misteri. E difronte a tutte le cose che sono successe dopo non ho mai smesso di credere che li abbia amati così tanto, i misteri, da essere diventata lei stessa una di loro.
Tuttavia, entrambi sono molto intelligenti e riflessivi, e spesso dai loro discorsi vengono fuori ragionamenti maturi, quelli che ogni adolescente ha paura di affrontare per non sembrare troppo profondo (ah, la paura adolescenziale di essere intelligenti è qualcosa che mi sfugge!).
I personaggi secondari sono quelli che riescono meglio a Green: sono più particolari e colorati, sono il ritratto perfetto dei tipici adolescenti del ventunesimo secolo, quelli che non perdono troppo tempo ad analizzare ogni singola sfaccettatura, quelli a cui importano le feste e i balli e le scarpe e le macchine; ragazzi di carta. Ma alla fine anche i ragazzi di carta riescono ad assumere più di due dimensioni; ognuno di loro risulta essere diverso da quello che pensavi che fosse.
E probabilmente è proprio questo che John Green voleva esprimere con questo romanzo: per quanto tu possa essere vicino ad una persona, non la conoscerai mai veramente. Non conosci nemmeno te stesso, figuriamoci gli altri!
Ce cosa ingannevole, credere di una persona che sia più di una persona.
Mi è piaciuto molto questo libro perché mi ha posta difronte a quesiti che prima o poi tutti noi ci facciamo e alle diverse risposte che ognuno di noi ha. Non è semplicemente un romanzo per ragazzi, è una riflessione sulla vita e sulle scelte che ognuno di noi è costretto a fare prima o poi. Trovo che John Green abbia reso alla perfezione il senso di inadeguatezza e paura che ogni adolescente prova affacciandosi al proprio futuro.
Insomma, smettila di guardare il cielo, altrimenti uno di questi giorni abbasserai gli occhi e ti accorgerai che sei volato via anche tu.
Come potrete notare, sto inserendo una citazione ogni tre righe e non perché non abbia nulla da dire (c'è anche troppo e sto cercando di limitarmi per non essere noiosa!), ma perché ci sono delle parti in questo libro che sono assolutamente poetiche. Amo le metafore che Green riesce a costruire, amo il suo modo di scrivere e l'attento studio della psicologia degli adolescenti. Ecco, John Green è uno dei pochi autori che non scrive di adolescenti idioti, ma capaci di essere più acuti e riflessivi di molti adulti.
Il finale mi ha lasciata un po' perplessa... ad essere sincera non ho neanche capito bene cosa sia successo, semplicemente è finito. Così, di punto in bianco, quando io avevo ancora tante domande e poche risposte.
E tutt'a un tratto capii come si sentiva Margo Roth Spiegelman quando non era Margo Roth Spiegelman: vuota. Circondata da mura altissime. La immaginai stesa a dormire sul tappeto con quel pezzettino frastagliato di cielo sulla testa. Margo doveva essersi sentita a suo agio lì perché la persona Margo viveva sempre così: in una stanza abbandonata, con le finestre sbarrate e la lice che filtrava da qualche buco nel soffitto. Sì. L'errore fondamentale che avevo sempre fatto - e che lei mi aveva lasciato fare, a onor del vero - era questo: Margo non era un miracolo. Non era un'avventura. Non era una cosa incantevole e preziosa. Era una ragazza.
Vi consiglio vivamente questo libro, soprattutto se siete arrivati ad un punto nella vostra vita in cui l'unica soluzione è fare una svolta. Le storie "on the road", di solito, riescono ad ispirare.
Non mi ricordo come finì: se me ne tornai a letto o se fu lei ad andarsene. Nella mia testa non è mai finita. Siamo ancora lì che ci guardiamo, per sempre.
Nanw. 

giovedì 3 aprile 2014

Teorema Catherine - John Green

06:30 2
C140! Oggi è tempo di numeri e un po' di matematica. No, non scappate, non ho intenzione di spiegarvi gli integrali! Tuttavia non posso mentirvi, in questo libro c'è la matematica (molto semplice, ve lo assicuro) e, che vi piaccia o no, è uno degli ingredienti fondamentali di questo libro. Assolutamente spiritoso e brillante, questo libro riconferma che Green è un genio nello scrivere romanzi di formazione. 
Lo amo, non posso più negarlo. u.u

Trama:
Da quando ha l'età per essere attratto da una ragazza, Colin, ex bambino prodigio, forse genio matematico forse no, fissato con gli anagrammi, è uscito con diciannove Catherine. E tutte l'hanno piantato. Così decide di inventare un teorema che preveda l'esito di qualunque relazione amorosa. E gli eviti, se possibile, di farsi spezzare il cuore un'altra volta. Tutto questo nel corso di un'estate gloriosa, passata con l'amico Hassan, a scoprire posti nuovi, persone bizzarre di tutte le età, ragazze speciali che hanno il gran pregio di non chiamarsi Catherine.





Valutazione


Recensione:

Secondo romanzo di John Green, ben lontano dal suo predecessore Cercando Alaska, punta tutto sull'ironia pur sviluppando tematiche profonde e spunti di riflessione. Se siete rimasti scioccati (?) da Cercando Alaska o Colpa Delle Stelle e non volete più leggere neanche un libro di questo autore perché vi fa soffrire troppo, con Teorema Catherine potrete ricredervi. Parola di girl-scout, ho riso con le lacrime agli occhi più di una volta, oltre ad aver avuto un attacco di ridarola con Kala mentre leggevamo una parte del libro insieme.


I libri gli piacevano tutti, perché gli piaceva il semplice atto di leggere, la magia di trasformare dei segni su una pagina in parole nella sua mente.
Ovviamente questo è un romanzo di formazione e di conseguenza nel corso della storia vediamo il protagonista, Colin, maturare e rendersi conto che alla fine una formula matematica non potrà mai risolvere i problemi della vita reale con tutte le sue eccezioni. 
E quando Hassan scoprì il suo full, Colin all’improvviso capì: si può trovare un teorema che spiega perché si vince o si perde una mano di poker, ma non uno che dice se si vincerà o perderà nel futuro. […] In quel momento il futuro – indefinibile da qualsivoglia teorema matematico o altro – si stendeva di fronte a Colin: infinito, inconoscibile e bellissimo.”
Colin mi piace un sacco come personaggio; so di essere strana io, ma tutte le volte che Hassan, il suo migliore amico, lo ferma dicendogli che i suoi aneddoti non sono interessanti, io ci rimango male perché li trovo interessantissimi! Fortuna che l'autore ce li racconta in piccole noticine in fondo al libro (lo sapete che Tesla era innamorato di un piccione?).
Colin è un bambino prodigio, ma non un genio e questo gli pesa molto. John Green attraverso Colin analizza le ansie e le frustrazioni tipiche a cui sono soggetti quei bambini troppo precoci, i quali vengono costantemente pressati dalla famiglia e la società. La verità è che un bambino prodigio non ha più possibilità di qualunque bambino con un buon cervello di vincere un Nobel o altri prestigiosi premi.
Un'altra peculiarità (se così si può chiamare) del protagonista è la sua fissazione con le Catherine. Già, perché Colin nella sua vita ha avuto diciannove fidanzatine e TUTTE si chiamavano Catherine.
In materia di donne (e nel caso di Colin era una materia molto importante), tutti hanno un tipo. Il tipo di Colin Singleton non era fisico ma linguistico: a lui piacevano le Catherine. Non le Cathy, Katie, Kitty, Rynn; Trina, Kay, Cate o, Dio ci scampi, le Katherine. Le C-A-T-H-E-R-I-N-E. Aveva avuto diciannove storie. E tutte con ragazze che si chiamavano Catherine. E tutte - nessuna esclusa - l'avevano mollato. 
Un altro personaggio caratterizzante in questo libro, è il paffuto e musulmano migliore amico di Colin, Hassan. Hassan è il giusto contrappeso di Colin; insieme si equilibrano e si completano. Da una parte c'è Hassan, il quale non prende mai la vita sul serio, dall'altra c'è Colin, il quale prede tutto troppo sul serio. L'amicizia tra i due è molto realistica e credibile, i tipici due adolescenti asociali che girano sempre insieme ma non si diranno mai che si vogliono bene.
A questi due si aggiungerà Lindsey Lee Wells (Green deve avere una passione per i secondi nomi) e il suo gruppo di amici "in", decisamente lontani dal mondo di Colin e Hassan. Le loro dinamiche offriranno al lettore la ormai celebre visione distorta degli adolescenti americani, ovvero la divisione in "caste". Questo è un tema tipico del romanzo di formazione, ma forse non lo si ripete mai abbastanza che questi fenomeni sono assurdi e irregionevoli, e che ogni persona è a sé e non può essere etichettata come un plico di fogli in un archivio.


La matematica.
Ve l'ho già detto prima, non c'è da spaventarsi! Fidatevi, senza matematica questo libro non sarebbe stato nulla di originale. Forse sono un po' di parte facendo uno scientifico, ma alla fine tutto il romanzo si basa sulla formulazione di un teorema e senza matematica non c'è teorema. In ogni caso, in fondo al libro c'è un appendice scritta dal matematico Daniel Biss, il quale ha aiutato John Green nella creazione di questo libro.
Sì, l'ho letta e l'ho adorata. u.u

In conclusione, vi consiglio questo libro perché 1) è scritto dal mio idolo John Green (dunque è scritto in maniera semplicemente incredibile) 2) fa sbellicare dalle risate, 3) è la dimostrazione che la matematica può essere una figata.
Dopo questo elogio a John Green vi saluto e vi auguro una buona lettura!


Nanw.