Trama:
Miles Halter, sedici anni, colto e introverso, comincia a frequentare un'esclusiva prep school dell'Alabama. Qui lega subito con Chip, povero e brillantissimo, ammesso alla scuola grazie a una borsa di studio, e con Alaska Young, divertente, sexy, attraente, avventurosa studentessa di cui tutti sono innamorati. Insieme bevono, fumano, stanno svegli la notte e inventano scherzi brillanti e complicati. Ma Miles non ci mette molto a capire che Alaska è infelice, [attenzione spoiler nella trama] e quando lei muore schiantandosi in auto vuole sapere perché. È stato davvero un incidente? O Alaska ha cercato la morte?
Valutazione |
Recensione:
Iniziamo con il mio elogio a John Green: come sempre si è dimostrato all'altezza delle aspettative. Green ha l'incredibile capacità di parlare di argomenti profondi e delicati senza cadere nella banalità . Lo fa in una maniera naturale, non sembra una storia inventata dal nulla, ma hai la sensazione che ogni singola azione, ogni singola parola, possa accadere realmente.
Il libro racconta una parte importante della vita di Miles, tipico adolescente con problemi di socialità . Miles parte alla ricerca del suo Grande Forse e si iscrive alla scuola superiore di Culver Creek, lontano dai suoi genitori e dalla sua anonima vita.
«Ecco, c'è questo signore» dissi, affacciandomi alla soglia del salotto. «François Rabelais. Poeta. E le sue ultime parole sono state: "Vado a cercare un Grande Forse." Ecco perché voglio andare via. Così non dovrò aspettare di essere in punto di morte per mettermi in cerca di un Grande Forse.»
Alla Culver Creek fa conoscenza con il Chip (alias Colonnello), Takumi e Alaska. Anche se questo genere di adolescenti sono molto lontani da quelli che frequento io (ho degli amici noiosi che non cambierei per nulla al mondo!), non mi sento di giudicare male il libro per questo. I personaggi creati dall'autore sono realisti, ognuno di loro ha la sua peculiarità , il suo grande pregio ma anche il suo grande difetto e per quanto possano starti antipatici, di persone così ne è pieno il mondo. Il Colonnello è leale e fedele ma il suo QI più alto della media e la sua irascibilità lo allontanano dai suoi coetanei; Takumi è gentile (e rappa meglio di qualsiasi giapponese), però non ha detto la verità fino alla fine; Alaska è il personaggio più enigmatico della storia, lunatica, piena di vita ma con delle cicatrici profonde dentro di sé. Lei è il centro della storia, lei è uno dei Grandi Forse della vita di Miles. Un personaggio complesso, un minuto prima è una persona e quello dopo un'altra completamente diversa.
Così. Da cento a zero in un nanosecondo. Avevo una voglia matta di stendermi accanto a lei sul divano, abbracciarla e dormire. Niente scopate da pornofilm, nemmeno sesso. Solo dormire insieme, nel senso più innocente del termine. Ma mi mancava il coraggio, lei aveva un ragazzo, io ero una frana e lei una fata, e io ero ingaribilmente noioso e lei infinitamente affascinante. Così me ne tornai nella mia stanza e crollai sul letto, pensando che se gli esseri umani fossero precipitazioni atmosferiche, io sarei una pioggerella e lei un ciclone.
Se non volete sapere lo spoilerone del libro (c'è scritto anche nella trama ufficiale, quindi io ne parlerò comunque in questa recensione) non andate avanti a leggere. Io vi ho avvertiti!
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
Il libro si spacca in due: i giorni prima e i giorni dopo la morte di Alaska. In questo modo si ha un completo cambio di direzione: nella prima parte si conoscono i personaggi e si segue la loro storia per capire chi starà con chi, chi ha fatto cosa e come mai Alaska sia una psicopatica. Nella seconda parte invece ci si concentra di più sul mistero dietro la morte della ragazza, sui sensi di colpa degli amici e su come mai Alaska sia una psicopatica. ù.ù
Ora, io credo che noi siamo qualcosa di più della somma delle nostre parti. Se prendiamo il codice genetico di Alaska, e ci aggiungiamo le sue esperienze, i rapporti che ha avuto con gli altri, la forma e le dimensioni del suo corpo, non otteniamo Alaska. C'è dell'altro, qualcosa di completamente altro. C'è una parte di lei più grande della somma delle parti che di lei conosciamo. E quella parte dev'essere in qualche posto, perché non si può distruggere.
Mi sono piaciuti molto i riferimenti letterari (i libri sono la passione di Alaska e li conserva tutti nella sua Biblioteca della Vita) e religiosi (soprattutto del burbero professor Hyde e di Miles).
Quando gli adulti, con lo stupido sorriso di chi crede di saperla lunga, dicono "I giovani si credono invincibili", non sanno quanto hanno ragione. La disperazione non fa per noi, perché niente può ferirci irreparabilmente. Ci crediamo invincibili perché lo siamo. Non possiamo nascere, e non possiamo morire. Come l’energia possiamo solo cambiare forma, dimensioni, manifestazione. Gli adulti, invecchiando, lo dimenticano. Hanno una gran paura di perdere, di fallire. Ma quella parte di noi che è più grande della somma delle nostre parti non ha un inizio e non ha una fine, e dunque non può fallire.
In conclusione, vi consiglio questo libro. E' un romanzo di formazione, sì, tuttavia contienbe delle riflessioni davvero profonde che valgono la pena di essere affrontate.
Scusate per tutte queste citazioni, ma sono convinta che John Green sia un autore che non puoi fare a meno di citare!
Nanw.
Nessun commento:
Posta un commento