Autore: Elena Torresani
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 13,00 euro
Copertina: 7/10, ha il suo fascino.
Trama: Giulietta nasce nel 1972, grazie a una indigestione di fichi. All’interno di una famiglia matriarcale, cerca di costruire la sua identità di donna in una stagione, quella degli anni ’80, fortemente orientata all’adesione e all’appartenenza.
Dopo aver perso tempo dietro un lavoro senza senso, uomini inadeguati e notti vissute al limite, Giulietta deve ricominciare tutto da capo.
Affronta un lento percorso di introspezione e, grazie anche alla famiglia, al suo cane Virgilio e alle vecchie amicizie, ritrova l'equilibrio interiore smarrito.
Quando il cerchio sembra chiuso, scopre la malattia: scippata del suo futuro, sente l'esigenza di motivare la sua esistenza.
Inizierà così un viaggio tra i malati terminali, per poter scegliere l'accanimento terapeutico o il rifiuto delle cure, arrivando a prendere una decisione consapevole. Lo farà , accompagnata dalle sue preghiere per un dio senza nome.
Recensione:
Avete presente il senso di leggerezza che vi da un chick-lit?
Sapete, uno di quei romanzi ironici e accattivanti con la cui protagonista ci si relaziona all'istante.
Avete presente le domande che vi lascia addosso uno di quei romanzi sulla vita? Uno di quei libricini intrisi di domande e riflessioni sul mondo, sui sogni, sulle speranze.
Questo libro è entrambe le cose.
Non chiedetemi come sia possibile, ma questo romanzo ha in se la leggerezza della piuma e la pesantezza della pietra. E' un mix perfetto di sorrisi ed emozioni, che ti rimangono appiccicati addosso come colla, non diversamente dalle domande che ti obbliga a porti, che mi vagabondano ancora nella testa.
'Non sono mai stata all'altezza dei miei sogni.
Difficilmente quello che ho desiderato era veramente ciò che faceva per me.
[...] Non sono mai stata tenace né forte, e sono due mancanze insormontabili per una persona che è costantemente assetata: morirà di sete e nutrendo poca stima di se stessa.'
Ho, A DIR POCO, adorato la protagonista. E l'ho odiata. Forse perché ci assomigliamo troppo.
Come ho detto, è difficile non entrare in empatia con Giulietta, dato che c'è un pò di lei in tutte noi donne.
Leggere della sua vita, però, è stato come leggere me stessa. In questo libro ho trovato il mio passato, il mio presente, alcuni dei miei ideali, alcune della mie ambizioni.
E qualcosa mi dice, che ho letto anche di ciò che mi aspetta il futuro (non mi riferisco alla malattia, badate bene).
Elena Torresani non ha paura di far sentire la propria voce, che si fa strada, tagliente, fra le righe.
Credo ci sia molto di lei in questo libro e penso che chiacchierarci potrebbe essere davvero stimolante (magari davanti ad una bella tazza di thè con biscotti al burro *__*).
O forse mi piace sperarlo.
Beh, spero sempre che ci sia qualche altro matto idealista che potrebbe capirmi al mondo. Però ho trovato Giulietta, il che è un gran passo avanti... Anyway.
Se dentro di voi avete almeno un pizzico del sognatore sperduto... Questo libro fa per voi.
Vi incasinerà . Distruggerà una manciata delle vostre prospettive. Sgonfierà un tantino le vostre aspettative.
Ma, alla fine, vi darà uno spintone sulla giusta strada:
Credo ci sia molto di lei in questo libro e penso che chiacchierarci potrebbe essere davvero stimolante (magari davanti ad una bella tazza di thè con biscotti al burro *__*).
O forse mi piace sperarlo.
Beh, spero sempre che ci sia qualche altro matto idealista che potrebbe capirmi al mondo. Però ho trovato Giulietta, il che è un gran passo avanti... Anyway.
Se dentro di voi avete almeno un pizzico del sognatore sperduto... Questo libro fa per voi.
Vi incasinerà . Distruggerà una manciata delle vostre prospettive. Sgonfierà un tantino le vostre aspettative.
Ma, alla fine, vi darà uno spintone sulla giusta strada:
'Domandatevi cosa vi rimproverereste di non aver fatto se doveste morire tra un mese: alzatevi e fatelo.'
Quindi, comprate e leggetene tutti: sostenete i romanzi italiani che valgono (invece che comprare Moccia).
P.S. Date un occhiata al blog della scrittrice → QUI.
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