Comunque, alla fine ce l'ho fatta, quindi ecco a voi la recensione di La Cacciatrice Di Fate, primo romanzo della trilogia The Falconer e romanzo di debutto per Elizabeth May.
Trama:
Lady Aileana non ha paura della notte: è nelle pieghe del buio che può compiere la sua missione. Non ha paura degli stretti vicoli di Edimburgo e dei pericoli che vi si annidano: è lì che può trovare le sue prede. Perché Aileana, giovane figlia del marchese di Douglas, nasconde un segreto: se di giorno è una perfetta gentildonna del diciannovesimo secolo, alle prese con gioielli, vestiti e feste scintillanti, di notte è una spietata cacciatrice di fate. Tutto è iniziato un anno prima, la sera del suo debutto in società : la stessa, tragica sera della morte di sua madre, uccisa da un essere soprannaturale. Da allora, Aileana sente dentro di sé una voce selvaggia che la sprona alla vendetta. Da allora, ha intrapreso un duro addestramento per imparare a combattere le fate: creature assetate di sangue che si nutrono dell'energia vitale degli umani. È stato Kiaran, il suo affascinante maestro, a fare di Aileana una guerriera, allenandola alla battaglia. E sarà lui a farle scoprire lo straordinario destino che l'attende. Perché Lady Aileana è l'ultima cacciatrice di un'antica stirpe, l'unica in grado di proteggere l'umanità la notte in cui tutte le fate si risveglieranno. La notte, ormai imminente, del solstizio d'inverno.
Valutazione |
Recensione:
Finalmente una nuova serie fresca e originale! Era da tanto che aspettavo qualcosa del genere e finalmente l'ho trovato.
Già il fatto che il romanzo sia ambientato nella Scozia di metà Ottocento gli fa guadagnare punti, aggiungici una protagonista dal carattere forte, una fata/addestratore (o fato) figo, un pixie simpatico e un sacco di vestiti favolosi ed è fatta! (cit. la pubblicità delle Sottilette)
Come saprà chi segue il blog da un po', amo le storie in cui le fate sono delle assassine assetate di sangue che vogliono distruggere l'umanità . Non so perché, ma ho sempre odiato le fatine luccicanti che fanno del bene nel mondo... Beh, fortunatamente questo non è il nostro caso. Nel mondo di Aileana le fate sono dei mostri capaci solo di uccidere. Un anno prima le hanno portato via la madre e da allora lei si allena per distruggerle tutte.
Un'altra donna è accucciata accanto al corpo immobile, i suoi occhi brillano verdi e luminosi al bagliore dei lampioni. Vedo il sangue correre giù per la lunga e pallida colonna del suo collo. Schiude le labbra in un sorriso feroce di denti appuntiti che ricorderò finchè vivrò. Perché so immediatamente che cos'è quella donna e che tutti i racconti della mia infanzia sono veri: le fate esistono, e sono mostri.Aileana (o Kam, come la chiama Kiaran) è una ragazza forte e coraggiosa con un dono: lei è una falconiera, l'unica in grado di uccidere le fate e far sì che queste non distruggano il pianeta. Tuttavia Aileana non ha mai superato la morte della madre e durante la storia dovrà trovare il modo di affrontare le sue paure e non cadere preda dei trucchi mentali delle sue acerrime nemiche.
Il tempo non mi rimetterà a posto. Il tempo mi permette solo di diventare più brava a nascondere quanto soffro dentro. Il tempo fa di me una grande bugiarda. Perché, quando c'è di mezzo il dolore, a tutti piace fingere.Ad addestrare la nostra eroina c'è Kiaran, una fata maschio (ci tengo a sottolinearlo) affascinante e intrigante che nasconde un passato misterioso. Kiaran è una fata molto potente, ma a differenza dei suoi simili, lui non è stato intrappolato duemila anni prima e sembra che il suo scopo nella vita sia uccidere le fate tanto quanto lo vuole Kam, ma perché? La fata sarebbe perfetta per Aileana, ma c'è un solo grosso problema: lui è una fata, un mostro.
Devo dire che il rapporto tra i due mi ha ricordato molto quello di Penryn e Raf del romanzo L'Angelo Caduto; trovo che questi personaggi si assomiglino molto caratterialmente.
La pelle di Kiaran rifulge piano alla luce della candela, liscia e pallida. I capelli nerissimi gli cadono sugli alti zigomi. Gli occhi hanno il colore della lavanda in primavera, ma non sono gentili. Sono scaltri, feroci e soprannaturali. Fata o no, Kiaran MacKay è maledettamente bello, una qualità che il lui disprezzo.La trama è molto scorrevole e i molti colpi di scena (più o meno inaspettati) ti tengono incollato al libro. Il libro viene narrato in prima persona da Aileana e la sintassi chiara e pulita, ma pur sempre fedele al periodo storico, rende la lettura piacevole.
L'unica critica che mi sento di avanzare a questo libro è al finale: non c'è. Il libro si conclude nel bel mezzo dell'azione e questa è una cosa che odio, soprattutto se il libro successivo uscirà un anno dopo e tu ti sarai sicuramente dimenticata tutto nel frattempo.
Sto comprendendo un nuovo tipo di piacere nella solitudine, nell'apprezare le cose che potrei non sperimentare mai più se non sopravvivessi oltre il solstizio. Non sono mai stata il tipo di ragazza che cerca il silenzio per trovare un significato. Trovo significato nella semplicità della distruzione. La calma prima della tempesta offre un momento profondo e silenzioso, in cui tutto il mondo si ferma il attesa.Libro consigliatissimo, soprattutto a coloro che amano l'azione e i paesaggi cupi e misteriosi tipici della mito anglosassone. E poi siamo onesti: avete visto che copertina?? Io la trovo meravigliosa, ma questo lo sapete già visto che l'ho inserita nella classifica di Mai Giudicare Un Libro Dalla Copertina! Qui nella recensione trovate anche la copertina americana e inglese, che sono anche quelle molto belle.
P.S. Kiaran è stato inserito nella lista dei ragazzi immaginari con cui uscirò quando riuscirò a tirarli fuori dalle pagine dei miei libri!
Nanw.
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