-

sabato 18 gennaio 2014

Carrie - Stephen King

'Giorno gente! Come state? Da me sono giorni grigi... sempre neve, pioggia, neve... mai un po' di sole! Beh almeno questo tempo è l'ideale per chiudersi in casa a leggere un buon libro o a recensire qualcosina per voi. Oggi vi parlo di Carrie di Stephen King. Come potrete immaginare leggendo il nome dell'autore, questo è un romanzo horror, non pauroso come Shining a mio parere, ma pur sempre cruento e sanguinolento. Dunque consiglio da subito di non leggere questo libro se siete deboli di cuore e non gradite le storie di paura un po' macabre.

Trama: Il romanzo racconta la storia di Carrie White, una liceale che vive in una piccola città del Maine con una madre ossessionata dalla religione. Goffa, solitaria, vittima dei tiri mancini dei suoi coetanei, Carrie scopre gradualmente di avere poteri telecinetici, poteri che si erano già manifestati all'età di tre anni, dopo il primo choc della sua vita. Un giorno, l'innocente e beffeggiata Carrie userà il suo potere e sarà ovunque orrore, distruzione e morte.

Valutazione:  -> stile: 6/5
                      -> trama: 3/5


Recensione:
Inizio questa recensione dicendo che la valutazione mi ha un po' messa in crisi... la trama e lo stile in questo libro sono a due piani diversi. Personalmente, ho trovato la trama abbastanza, come dire, strana... ci sono molte cose che mi hanno fatto storgere il naso: prima di tutto l'idea che ha King sul ciclo femminile... insomma, qui sembra che una volta al mese le donne si ritrovino le cascate del Niagara fra le gambe! Ok, le volgarità finiscono qui. Un'altra cosa che non mi è piaciuta molto nella trama è il comportamento dei due fidanzatini Tommy e Sue. Io davvero non capisco come una come lei possa non solo rinunciare al ballo, ma addirittura convincere il suo ragazzo a portarci un'altra, e lui accetta senza neanche troppe discussioni! Ma che??? Di esempi ce ne sarebbero altri, ma fermiamoci qui.
La scrittura di Stephen King invece è qualcosa di assolutamente meraviglioso! Questo libro mi attirava e mi teneva incollata alle pagine solo per la punteggiatura e lo stile di questo autore. C'è davvero qualcosa di magico nel suo modo di scrivere, è come se riuscisse a far affluire nella tua testa le immagini che vuole farti vedere! 
Insomma, se da una parte non mi è piaciuta la trama, dall'altra ho amato come è stato scritto questo libro. Quindi l'indecisione sulla valutazione del romanzo è comprensibile, no?

Si aspettano che tu pianga sempre, che ti vesta di nero, che tu beva troppo o ti droghi. Gli piacerebbe poter dire, scuotendo la testa: "E' un vero peccato. Ma sapete, con quel che le è successo..." e bla bla bla.
Ma il "mi dispiace" è il pronto soccorso delle emozioni umane.




Un'altra cosa che mi è piaciuta, è la costruzione dei personaggi: non puoi non tifare per Carrie, tanto che alla fine l'unica cosa a cui riesci a pensare dopo una strage di 400 persone è: "Beh, se lo meritavano in fondo!". Carrie la maltrattata, Carrie l'esiliata solo perché sua madre è una pazza, Carrie che alla fine l'ha fatta pagare a tutti coloro che l'hanno fatta soffrire per tutta la vita, Carrie che voleva solo essere accettata e che per un breve istante della sua vita ci è riuscita.



"Ma quasi nessuno scopre mai che le sue azioni feriscono davvero gli altri! La gente non migliora, diventa solo più furba. Quando diventi più furbo, non smetti di strappare le ali alle mosche, cerchi solo di trovare dei motivi migliori per farlo. Una sacco di ragazzi dicono che Carrie gli fa pena, e la maggior parte sono ragazze, questo è proprio da ridere, ma scommetto che nessuna di loro capisce cosa voglia dire essere Carrie White, per ogni istante della giornata. E in fondo non gliene importa."

Il romanzo affronta temi molto attuali sebbene sia stato pubblicato nel 1974: Carrie è bersagliata continuamente dai suoi compagni di scuola, ed è inutile raccontarcele, i fenomeni di bullismo sono all'ordine del giorno negli Stati Uniti, e anche qui in Italia non si scherza. Inoltre c'è dietro tutta una questione religiosa per quanto riguarda la bigotta pazza mamma di Carrie, personaggio alquanto inquietante a causa della sua ossessione religiosa. 
Il finale si capisce già dalle prime pagine del libro, e, anche se era abbastanza scontato, mi ha fatta rimanere male. Alla fine mi ero affezionata a Carrie e gli altri personaggi "più buoni".


Non ci sembra fuori luogo concludere questo libro con i versi di un'altra canzone di Bob Dylan, che potrebbero servire da epitaffio per Carrie:
Vorrei poter scrivere una canzone così semplice / che potesse salvarti, mia cara, dalla pazzia / che potesse aiutarti, placarti e far cessare il dolore / della tua inutile conoscenza...

Posso dire che in generale questo romanzo mi sia piaciuto e credo sia stato un buon primo incontro con questo autore fenomenale. Penso proprio che questo non sarà l'ultimo libro di King che leggerò (sulla mia lista delle cose da fare prima di morire c'è "leggere quel mattone di IT")!

Hanno finito per farci perfino un film. L'ho visto l'aprile scorso. Quando sono uscita mi sentivo male. In America quando succede qualcosa di importante lo devono ricoprire d'oro. Così poi lo si può dimenticare. Ma dimenticare Carrie White può essere uno sbaglio terribile...

Quest'ultima citazione era in riferimento al fatto che è da poco uscito al cinema l'adattamento cinematografico di Carrie (il 16 gennaio). Io non l'ho ancora visto, ma lo guarderò per vedere se hanno reso bene il libro!

A.

Nessun commento:

Posta un commento