mercoledì 1 dicembre 2021

Review Party: Lei Che Divenne Il Sole - Shelley Parker Chan

 


Buon pomeriggio lettori! Oggi è arrivato il mio turno per parlarvi della nuova uscita Mondadori (già disponibile da ieri in tutte le librerie), Lei Che Divenne il Sole di Shelley Parker Chan. Ne approfitto per ringraziare Mondadori per la copia digitale in anteprima e ringrazio anche le mie compagne di Review Party per avermi resa partecipe.


Titolo: Lei Che Divenne il Sole (#1)
Autore: Shelley Parker Chan
Editore: Mondadori
Data di uscita: 30 Novembre 2021
Pagine: 408
Trama: Una piana polverosa, un villaggio tormentato dalla siccità, un indovino. È così che due bambini apprendono il loro fato: per il maschio si prepara un futuro di eccellenza; per la femmina, nulla. Ma nella Cina del 1345, che soggiace irrequieta al gioco della dominazione mongola, l'unica "eccellenza" che i contadini possono immaginare è negli antichi racconti e il vecchio Zhu non sa proprio come suo figlio, Chongba, potrà avere successo. Viceversa, la sorte della figlia, per quanto intelligente e capace, non stupisce nessuno. Quando un'incursione di banditi devasta la loro casa e li rende orfani, però, è Chongba che si arrende alla disperazione e muore. La sorella decide invece di combattere contro il suo destino: assume l'identità del fratello e inizia il suo viaggio, in una terra in cui si è accesa la fiamma della rivolta. Riuscirà a sfuggire a ciò che è scritto nelle stelle? Potrà rivendicare per sé la grandezza promessa al fratello e sollevarsi oltre i suoi stessi sogni? In questo acclamato fantasy storico Shelley Parker-Chan riscrive la vicenda di Zhu Yuanzhang, il contadino ribelle che nella Cina del XIV secolo cacciò i mongoli, unificò il Paese e divenne il primo imperatore della gloriosa dinastia Ming.


Recensione:

Se qualcuno mi chiedesse di riassumere questa recensione in una frase, gli risponderei: “Not my cup of tea”.
Eh già, io che ero partita con aspettative altissime per questo libro, convinta che si sarebbe rivelato il degno successore de La Guerra dei Papaveri, alla fine sono rimasta molto molto delusa.

Non dico che Lei Che Divenne il Sole sia un libro brutto (e tutte le recensioni da 5 stelline, tra cui quelle delle mie colleghe, lo confermano), semplicemente non era il libro per me che mi aspettavo molta più guerra e molti più schemi e macchinazioni politiche. Dunque, se volete iniziare questo libro perché La Guerra dei Papaveri vi è piaciuta un sacco e cercate qualcosa di simile, cambiate idea. Onestamente da questo punto di vista, ho trovato il libro addirittura carente: molte scene di battaglia vengono completamente saltate, mentre quelle che si vedono si risolvono in botte di fortuna pazzesche con Zhu che se la cava in modo davvero troppo, troppo conveniente. Se in parallelo a questa mancanza di azione ci fosse stata almeno una parte strategica in cui assistiamo alle tattiche di guerra sia dei ribelli che dell’esercito mongolo… ma, nope, nemmeno quello; anzi, molte mosse strategiche ci vengono mostrate a posteriori, senza una vera costruzione, facendo apparire il tutto molto conveniente.

Cosa succede dunque in 400 pagine? Monologhi interiori in cui i protagonisti analizzano il loro ruolo nella società in cui vivono e come il tema gender possa influenzare le loro scelte di vita e il loro ruolo. Ecco, questo aspetto è sviluppato davvero bene, peccato che per me sia risultato molto pesante dopo un po’ e avrei preferito un pochino più di azione per equilibrare la narrazione. Sì, perché purtroppo il motivo principale per cui mi sento di bocciare questo libro è la noia che mi ha suscitato: soprattutto verso metà, non riuscivo a leggere più di due capitoli senza addormentarmi!

Ma non penso che la colpa sia solo di temi a me poco vicini, ma anche di protagonisti che non mi hanno particolarmente entusiasmata. Zhu, in primis, l’ho trovata un personaggio molto monotono, che dopo il primi due capitoli stupendi in cui la vediamo scegliere il proprio destino rubando quello del fratello, è come se si bloccasse. Per il resto del libro non abbiamo altro che frasi in cui lei ripete che il suo destino è l’eccellenza e non il “nulla”, e basta. In più, questa sua crudeltà e moralità discutibile a me non è parsa così evidente; forse solo nel finale ho notato qualcosa, per il resto… c’è decisamente di peggio!
Il generale eunuco, d’altra parte, non è stato molto meglio, forse un pochino più capibile di Zhu e con un evoluzione più evidente, ma la sua misoginia me lo ha reso davvero indigesto. Mettici pure che non è l’unico personaggio che fa esternazioni poco carine sulle donne e su come il corpo maschile sia incredibilmente più bello (pareri), il risultato per me è stato più irritazione che interessamento.

Purtroppo questa non è stata la lettura che speravo e mi dispiace molto, perché ero pronta a dare 5 stelle prima ancora di iniziarlo, ma non si è rivelato il libro giusto per me.


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