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giovedì 10 settembre 2015

Il Mio Splendido Migliore Amico - A.G. Howard

Wow, su questa recensione (ancora incompleta) che ho trovato in archivio c'era addirittura la polvere!
Bene, bene, vediamo di riprenderla in mano e farne venire fuori qualcosa di decente, sono un po' fuori allenamento!
Oggi vi parlo di Il Mio Splendido Migliore Amico, primo romanzo di una serie fantasy che prende spunto dal classico di Lewis Carroll, Alice Nel Paese Delle Meraviglie.


Titolo: Il Mio Splendido Migliore Amico
Autore: A.G. Howard
Data di uscita: 19 febbraio 2015
Prezzo: 9,90 euro

Trama:
Alyssa Gardner ha il dono di poter sentire i sussurri dei fiori e dei bruchi. Peccato che per lo stesso dono sua madre è finita in un ospedale psichiatrico. Questa maledizione affligge la famiglia di Alyssa fin dai tempi della sua antenata Alice Liddell, colei che ha ispirato a Lewis Carroll il suo Alice nel Paese delle Meraviglie. Chissà, forse anche Alyssa è pazza, ma niente sembra ancora compromesso, almeno per ora. Quando la malattia mentale della madre peggiora improvvisamente, Alyssa scopre che quello che lei pensava fosse solo finzione è un’incredibile verità: il Paese delle Meraviglie esiste davvero, è molto più oscuro di come l’abbia dipinto Carroll e quasi tutti i personaggi sono in realtà perfidi e mostruosi. Per sopravvivere, Alyssa deve superare una serie di prove, tra cui asciugare il lago di lacrime di Alice, rimanere sveglia all’ora del tè soporifero, domare un feroce Serpente. Di chi potrà fidarsi? Di Jeb, il suo migliore amico, di cui è segretamente innamorata? Oppure dell’ambiguo e attraente Morpheus, la sua guida nel Paese delle Meraviglie?


Valutazione



Recensione:

Già lo sapete quanto attendessi questo libro! Lo avevo adocchiato qualche tempo fa quando era ancora inedito in Italia mentre cercavo delle cover per l'ormai defunta rubrica Mai Giudicare Un Libro Dalla Copertina e me n'ero innamorata tanto da andare a cercarmelo in inglese. Poi tra una cosa e l'altra non c'era mai stata l'occasione e la voglia di leggerlo finché un bel giorno non ho scoperto che sarebbe stato pubblicato anche qui da noi. Ho atteso trepidante l'uscita del libro (ho maledetto la Newton Compton per la scelta del titolo) e poi l'ho letto subito dopo aver letto la fiaba originale di Carroll.
Forse sono state proprio le mie aspettative troppo alte ad abbassare il punteggio, però, per quanto mi sia anche piaciuto, mi duole dire che cesrti aspetti erano fin troppo banali. Alcuni personaggi sono degni di nota, Morpheus primo fra tutti, altri sapevano troppo di già visto, Jeb ad esempio.
La storia segue bene o male le peripezie dell'originale Alice, proprio perché Alyssa, essendo sua nipote, deve scoprire cosa ha innescato la maledizione che colpisce la sua famiglia da generazioni. Tuttavia non aspettatevi il Paese Delle Meraviglie come quel posto incantato e buffo che abbiamo scoperto da piccini nel cartone Disney, immaginatevelo più come quello ricreato da Tim Burton: paesaggi macabri, scene dark, mostri... insomma, cose da non dormirci la notte! Scherzo, scherzo.

"C’è un’altra serie di fotografie: un coniglio bianco, così magro da sembrare uno scheletro; fiori con braccia, gambe e bocche sanguinanti; un tricheco che, dalla vita in giù, sembra fatto di radici, come un albero. È la fauna del Paese delle Meraviglie dopo una dose massiccia di radiazioni tossiche. Ma è anche una sorta di collegamento: in qualche modo, la falena e queste creature di un regno sconosciuto sono connesse con la favola di Lewis Carroll. Non c’è da stupirsi che nonna Alicia insistesse a disegnare i personaggi della storia sulle pareti di casa.Dopo Alice, la mia famiglia è sempre stata segnata dalla follia. Forse è davvero scesa nella tana del coniglio ed è tornata indietro per raccontare la sua storia, ma dopo quell’esperienza non è mai più stata la stessa. Del resto, chi supererebbe indenne una cosa del genere?"

Questi paesaggi riccamente descritti e la trama scorrevole ed originale (per quanto in linea con la fiaba di Carroll) potevano dare alla luce un libro veramente bellissimo ed indimenticabile, ma qualcosa è andato storto. La mia prima lamentela va alla protagonista, Alyssa: tenace, determinata, testarda, innamorata del più belloccio della zona, impulsiva e fin troppo bizzarra. Nulla di nuovo insomma. In realtà mi sarebbe andata anche bene come personaggio, ma la storia d'amore banalissima tra lei e il belloccio mi ha proprio delusa. Metteteci in più che il belloccio in questione, anche chiamato Jeb, è proprio lo stereotipo del ragazzo ideale di una protagonista di un libro fantasy: gentile ma non se la fila, poi si scopre che è pazzamente innamorato di lei fin dal primo momento che si sono visti e non ha mai desiderato altro che proteggerla e renderla felice... se, certamente.
Inoltre, ciò che mi ha abbastanza disturbata è l'ostentazione della stranezza: anche i personaggi che dovrebbero essere più normali, come minimo, vanno in giro vestiti come pagliacci. Non ce n'è uno che ti faccia pensare "oh, ecco qui uno che non sembra un punk fricchettone!". E se tutti sono strani, pi come fai a far risaltare quelli davvero strani?

"Tu capisci la logica che si nasconde dietro l'assurdo, Alyssa. Per tua natura sei incline a trovare la pace nel mezzo alla follia ed è proprio questo che stiamo facendo ora: stiamo dando al nostra cibo la possibilità di combattere."

A proposito di personaggi strani, è utile soffermarsi un momento sul personaggio meglio riuscito del libro: Morpheus. Bizzarro, astuto, diabolico, manipolatore, ma pur sempre in grado di conquistarti grazie a piccoli gesti di bontà nei confronti di Alyssa. Non si capisce mai fino in fondo quanto lui tenga davvero a lei, e il loro rapporto rimane avvolto nel mistero per la maggior parte del libro.
Altra nota positiva va al finale, che è stato davvero inaspettato. Abituata com'ero alla storia originale di Alice, questo ribaltamento della situazione mi ha colta alla sprovvista. Ma immagino che sia proprio questo il bello dei rifacimenti di storie classiche: inventare nuovi punti di vista e nuovi finali per sorprenderci ancora.


Nanw.

2 commenti:

  1. Uau... sinceramente con la tua recensione mi hai incuriosita ancora di più su questo libro che ho da un po' in wishlist. Credo che si debba cognare un nuovo modo di dire "mai giudicare un libro dal titolo (italiano)" xD
    -Aranel

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    1. Hahaha grazie! Sì, i titoli italiani solitamente sono davvero banali, come se t'invogliassero a leggerlo un libro con un titolo ridicolo! >.<

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