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martedì 6 maggio 2014

Città Di Carta - John Green

Ciao a tutti, oggi recensisco Città Di Carta, secondo romanzo scritto da John Green (l'unico e inimitabile). 
Leggere tutti i libri di John Green è diventata la mia missione da quando finii Colpa Delle Stelle, e Città Di Carta è ufficialmente il quarto romanzo che leggo [adesso ho iniziato Will Grayson, Will Grayson, l'ultimo che mi rimane da leggere :'( ]. Su Facebook molti me ne avevano parlato bene, così, non appena l'ho visto disponibile internet, l'ho comprato subito. Alla fine di questa lettura posso dire che mi avete consigliata bene! ;)

P.S. Non so se lo sapete, ma anche questo libro di John Green diventerà un film!

Trama:
Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembrava essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati, potrebbe essere l'ultima.


Valutazione

Recensione:

La città era di carta, i ricordi no.

Ormai lo saprete già quanto io ami questo autore, quindi non mi soffermerò ad elogiarlo come ho fatto negli altri tre suoi romanzi che ho recensito (Colpa Delle Stelle, Cercando Alaska, Teorema Catherine, nel caso vogliate leggere i miei complimenti iperbolici).
Trovo sempre abbastanza difficile parlare dei libri di John Green; forse perché spesso mi sento vicina ai personaggi, forse perché uno dopo l'altro mi hanno incantata e trascinata nel pieno della storia. Il punto è che questi sono quei libri in cui ci metti un pezzettino di te stesso e quindi poi diventa difficile parlarne ad altre persone.
Non ho intenzione di fare una classica recensione questa volta; piuttosto trovo più sensato fare un paragone o un'analisi un po' più profonda.
Tu ascolti gli altri per cercare di capirli e ascolti tutte le cose orribili e meraavigliose che fanno a se stessi e alle persone che li circondano, e alla fine ti sarai esposto molto più tu di quelli che hai cercato di ascoltare.
Iniziamo parlando dei personaggi: Quentin è un alter ego di Miles e Margo di Alaska e fin qui non ci piove. Questo è uno dei motivi per cui non ho dato punteggio pieno a questo libro; inizialmente erano troppo simili nonostante, con il proseguire della narrazione, sia Quentin che Margo (più quest'ultima, ad essere sinceri) si sono un po' distaccati dai personaggi del primo
romanzo di Green.
A parte in Colpa Delle Stelle, negli altri romanzi il protagonista e l'amore della sua vita (?) si assomigliano sempre caratterialmente, quindi, dopo aver letto quattro romanzi di questo autore, mi viene da pensare: "E se ci fosse qualcosa di autobiografico?" La risposta dev'essere per forza sì, pure Freud lo capirebbe (e io sono dell'opinione che Freud non capisca quasi nulla).
Ma senza psicanalizzare ulteriormente questo povero scrittore, andiamo avanti. Quentin è il solito ragazzo sfigato che pensa di non saper far nulla e il cui unico scopo nella vita è essere equilibrato e progettare il proprio futuro come ogni bravo ragazzo. Margo è l'esatto opposto. Lei vive di momenti, è sempre in fuga ed è una stronza egocentrica (bisognava dirlo). 
Margo ha sempre amato i misteri. E difronte a tutte le cose che sono successe dopo non ho mai smesso di credere che li abbia amati così tanto, i misteri, da essere diventata lei stessa una di loro.
Tuttavia, entrambi sono molto intelligenti e riflessivi, e spesso dai loro discorsi vengono fuori ragionamenti maturi, quelli che ogni adolescente ha paura di affrontare per non sembrare troppo profondo (ah, la paura adolescenziale di essere intelligenti è qualcosa che mi sfugge!).
I personaggi secondari sono quelli che riescono meglio a Green: sono più particolari e colorati, sono il ritratto perfetto dei tipici adolescenti del ventunesimo secolo, quelli che non perdono troppo tempo ad analizzare ogni singola sfaccettatura, quelli a cui importano le feste e i balli e le scarpe e le macchine; ragazzi di carta. Ma alla fine anche i ragazzi di carta riescono ad assumere più di due dimensioni; ognuno di loro risulta essere diverso da quello che pensavi che fosse.
E probabilmente è proprio questo che John Green voleva esprimere con questo romanzo: per quanto tu possa essere vicino ad una persona, non la conoscerai mai veramente. Non conosci nemmeno te stesso, figuriamoci gli altri!
Ce cosa ingannevole, credere di una persona che sia più di una persona.
Mi è piaciuto molto questo libro perché mi ha posta difronte a quesiti che prima o poi tutti noi ci facciamo e alle diverse risposte che ognuno di noi ha. Non è semplicemente un romanzo per ragazzi, è una riflessione sulla vita e sulle scelte che ognuno di noi è costretto a fare prima o poi. Trovo che John Green abbia reso alla perfezione il senso di inadeguatezza e paura che ogni adolescente prova affacciandosi al proprio futuro.
Insomma, smettila di guardare il cielo, altrimenti uno di questi giorni abbasserai gli occhi e ti accorgerai che sei volato via anche tu.
Come potrete notare, sto inserendo una citazione ogni tre righe e non perché non abbia nulla da dire (c'è anche troppo e sto cercando di limitarmi per non essere noiosa!), ma perché ci sono delle parti in questo libro che sono assolutamente poetiche. Amo le metafore che Green riesce a costruire, amo il suo modo di scrivere e l'attento studio della psicologia degli adolescenti. Ecco, John Green è uno dei pochi autori che non scrive di adolescenti idioti, ma capaci di essere più acuti e riflessivi di molti adulti.
Il finale mi ha lasciata un po' perplessa... ad essere sincera non ho neanche capito bene cosa sia successo, semplicemente è finito. Così, di punto in bianco, quando io avevo ancora tante domande e poche risposte.
E tutt'a un tratto capii come si sentiva Margo Roth Spiegelman quando non era Margo Roth Spiegelman: vuota. Circondata da mura altissime. La immaginai stesa a dormire sul tappeto con quel pezzettino frastagliato di cielo sulla testa. Margo doveva essersi sentita a suo agio lì perché la persona Margo viveva sempre così: in una stanza abbandonata, con le finestre sbarrate e la lice che filtrava da qualche buco nel soffitto. Sì. L'errore fondamentale che avevo sempre fatto - e che lei mi aveva lasciato fare, a onor del vero - era questo: Margo non era un miracolo. Non era un'avventura. Non era una cosa incantevole e preziosa. Era una ragazza.
Vi consiglio vivamente questo libro, soprattutto se siete arrivati ad un punto nella vostra vita in cui l'unica soluzione è fare una svolta. Le storie "on the road", di solito, riescono ad ispirare.
Non mi ricordo come finì: se me ne tornai a letto o se fu lei ad andarsene. Nella mia testa non è mai finita. Siamo ancora lì che ci guardiamo, per sempre.
Nanw. 

5 commenti:

  1. Devo scappare, quindi sarò veloce. Continuate così ragazze! Il vostro blog mi ha preso da subito e abbiamo dei gusti letterari davvero molto simili.
    Spero di poter continuare a leggere questo blog ancora per molto :)
    Ho salvato la pagina dai preferiti <3

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    1. Grazie, Gilda! Spero anch'io che il blog resti in giro ancora per molto, per ora non ho nessuna intenzione di abbandonarlo! ^_^
      Grazie ancora, sono stata molto contenta di leggere il tuo commento! :D

      Nanw.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. anche a me il finale ha lasciato particolarmente perplessa,ho appena terminato il libro,lo ho divorato in due giorni perchè non potevo sopportare il fatto che margo potesse morire(nonostante come hai detto giustamente tu fosse una stronza egocentrica) ,cosa che temevo molto conoscendo green e quindi penso rileggerò presto il libro per riflettere più a lungo sulle metafore che solo john green s fare.Il finale come ho già detto mi ha lasciato proprio male perchè non fa capire veramente se sia partita o meno e quindi non capisco se posso gioire o no sia per Q che per lei ha fatto tanto,sia per margo che finalmente ha incontrato qualcuno che che non la vede come una semplice ragazza di carta,quell'immagine da cui lei stessa cerca di fuggire. detto questo ,amo veramente il modo in cui recensisci i libri ,ti seguo da un po e hai dei gusti letterari davvero stupendi, complimenti <3

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    1. Oh grazie Alice, sei davvero gentile! ^_^ Mi fa piacere che ti sia piaciuto il libro e anch'io come te l'ho letto tutto d'un fiato per paura che succedesse qualcosa di brutto a Margo nonostante non mi stesse troppo simpatica.
      Grazie ancora, mi hai resa una blogger felice! ;D

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